martedì 24 maggio 2011

i conti tornano

Sarà stancante, e certamente lo è..ma vi assicuro che è una esperienza bellissima che auguro a tutti, questo percorso. Che si tratti di ragazze madri o di donne ferite da un aborto..ma come diceva la mia amica A. tutti dovrebbero fare questa esperienza anche se non sono coinvolte in  queste cose.. Mettere insieme i pezzi del proprio puzzle e vedere che finalmente i conti tornano, che tutto ha un senso, una direzione un orientamento. Che proprio adesso puoi decidere, poichè lo vedi, di cambiare le cose. "sono molto motivata da questo percorso, mi sento che sto riprendendo in mano la mia vita"
E' un onore essere con voi. Un privilegio.

venerdì 20 maggio 2011

giochi di prestigio

"perchè insisti, perchè non posso addossarmi tutta la colpa?" mi guarda con gli occhi gonfi di lacrime e di disprezzo verso se stessa, e cerca nei miei la conferma che quello che ha detto sia inopinabile, che in fondo ha ragione lei: la colpa è tutta sua. Questo è il retaggio del femminismo che ha scaricato alla donna la responsabilità tutta intera, che ha tagliato fuori l'uomo con la storia dell' "utero di proprietà" e ha convinto le donne di monopolio corporeo omettendo che c'è l'altra faccia della medaglia.. perchè se ti carichi di tutta la responsabilità tu, allora sei tu responsabile, anzi colpevole di essere rimasta incinta.. proprio quello che pensavano di togliere, la colpa delle donne -diceva l'Armeni : restare incinta. No, non puoi addossarti tutta la colpa, non puoi perchè senza l'altro-da-te non saresti rimasta incinta (e sembra una banalità..ma non lo è!); non puoi perchè non siamo esseri isolati. Far riflettere le persone sul fatto che siamo "animali sociali" apre la mente alla possibilità di cogliersi sempre in relazione, anche nei silenzi, anche nelle azioni non compiute, anche - spesso soprattutto - nelle parole non dette. Si arrabbia, anche se non lo vuole mostrare: il corpo parla da solo. Si arrabbia col servizio sociale che mai ha fatto un colloquio; si arrabbia perchè non era un colloquio ma numerosi, quelli per i quali si è rivolta - il motivo sempre lo stesso ma in tempi diversi - al servizio sociale muto. E questo brucia più dell'assenza dei genitori o dell'amante distratto.. brucia perchè chiediamo a qualcuno, sempre, di custodire i nostri desideri, di prendersi cura dei nostri progetti, di preservarci e preservarli..quando noi stessi non siamo capaci.
Parleremo ancora di questo ma oggi porta a casa con sè una prospettiva nuova. "mi hai sorpresa" dice, realmente stupita: "io così non l'avevo mai vista". Abbiamo appena iniziato e già si ribaltano le prospettive.. interessante come nel tentativo di venderci l'assoluta giustificazione venga scaricata sempre più pesantemente sulla schiena di uno solo la colpa, anche insensatamente, anche inopportunamente. Strano come vendendoti l'assoluzione che non ti danno, come un'offerta speciale con la fregatura o un gioco di prestigio di pessimo gusto,  ti porti via invece la colpa.

martedì 17 maggio 2011

dei colloqui e delle notti lunghe..


"allora adesso dobbiamo lavorare su di me!!nooooo!!" ride mentre lo dice, con le mani tra i capelli mimando un gesto disperato. E' tardi, sono stanca morta e voglio soltanto tornare a casa levarmi questo cavolo di jeans e ficcarmi a letto spedita.."no, -sorrido - adesso vado.." ma lei è rimasta alzata apposta, voleva parlare. Ha escogitato questo metodo: se arrivo un pò in anticipo sui colloqui serali mi aspetta al varco e subito mi segue, si siede alla scrivania con me, mentre preparo quel che mi serve per il colloquio o aggiorno le schede, e iniziamo a parlare di qualcosa. Una volta parliamo di lei..una volta dei suoi genitori, un'altra di lui e delle aspettative che aveva..e poi del parto che si avvicina, della sua paura, del fatto che non vuole andare da sola in sala parto e "speriamo che sei tornata quando nasce!" Stasera ha più voglia di parlare: il parto è vicino e lei lo sente come una meta cui arrivare preparata..per affrontare il dopo col bambino. E' bello questo, è importante. Mi aspetta sveglia per continuare dove avevamo interrotto. "io mi sto impegnando, voglio cambiare le cose" mi dice seria. Parliamo ancora. E' attenta, ascolta, fa suo. So che ci riflette sempre e a lungo. E piange mentre mi racconta cose che non sa neanche sua madre, che non sapeva il suo amante. Mi intenerisce la disponibilità a mettersi in gioco, la voglia di capire, di darsi risposte e la capacità, il coraggio di chiedere e credere nel mio aiuto. Mio e degli altri con me. E la fiducia, insieme all'autorità che mi viene attribuita per prendere in mano la sua vita con più trasparenza che con persone a lei ben più care. Penso che sia una cosa bella, un'occasione importante che sta cercando di cogliere.
Anche stasera finisco tardissimo e penso che dobbiamo lavorare su di me, altro che.. e sul mio bisogno di andare a dormire prima delle 2... sarà un lavoro lungo...