giovedì 29 settembre 2011

la telefonata


All'intervista di sabato era riuscita a prendere la linea dagli ascoltatori. E' anziana, si capisce chiaramente dalla voce che in radio si è rotta nel pianto. Mi ha fatto una pena incredibile ascoltare il suo non poter darsi pace, la grandezza della ferita che porta dentro in quei pochi minuti concessi per parlare. L'avevo invitata a chiamarmi, perchè - avevo detto in trasmissione - avevo qualcosa da dirle.
E' proprio vero che la disperazione ci fa fare cose che mai avremmo pensato. Così accade che oggi, squilla il telefono e questa signora di quasi settant'anni si presenta ad una emerita sconosciuta ascoltata per sbaglio in radio per chiedere che io le dia qualunque cosa, purchè le allevi la pena. Mi parla di un fatto avvenuto 30 anni fa e già si commuove. Di una famiglia distrutta nei rapporti umani, che pur volendosi gran bene si ammazza uno con l'altro; di tutto che è andato male da "quel giorno lì", che si è infranto e mai più i pezzi hanno ritrovato posto. Parliamo. Parliamo di lei e parliamo anche di quel figlio che oggi non c'è. "chissà che figlio bellissimo avrei avuto!" - mi dice.
Mi chiama gioia mia, con la cadenza siciliana, mi ringrazia di continuo per quello che le dico, a tratti singhiozza. Mi chiede se può richiamarmi tra qualche giorno per farmi sapere come sta. Come i bambini, ha bisogno di sentirsi accolta anche lei, di sentirsi voluta bene. Mentre telefono prendo in braccio il neonato di una nostra mamma. Piange anche lui, ha le coliche. Lo consolo, proprio come ho fatto a distanza con l'anziana signora. Non piangono più nessuno dei due e ognuno a suo modo riposa, al sicuro.

martedì 27 settembre 2011

aggiornamenti..


Il bimbino filippino cui stiamo comprando il latte è venuto oggi per prendere la sua "razione settimanale" e l'abbiamo pesato: ha preso 180 grammi! sta diventando un pacioccone!!
Alla mamma abbiamo provveduto grazie al Banco Alimentare e alla Parrocchia di Santa Maria Goretti che ci ha procurato i viveri. Così anche per questa settimana abbiamo sfamato mamma e bimbo.
Ce la possiamo fare.
Forse.
Se ci aiutate poi..facciamo meglio!

martedì 20 settembre 2011

casualità


Avevo fatto tutti i conti: il latte bastava giusto per questa settimana , i pannolini idem. E la promessa di tornare lo stesso giorno la settimana dopo per avere l'eguale ha funzionato. Così è tornata oggi, col bimbo in braccio intirizzito dal freddo che sta venendo fuori tutto insieme a Roma. Senza una copertina, niente. Abbiamo preso una copertina da culla di lana, morbida che ce lo può avvolgere anche in braccio e l'abbiamo riscaldato un pò. Oggi, siccome le cose da noi si fanno in modo "casuale" , casualmente era il giorno che c'era la pediatra. E così tho! guarda.. perchè non glielo facciamo visitare così ci dice come sta...
Ma che sta meglio lo vedo da sola, è più vispo e sembra abbia pure più guanciotte.. ha preso tre etti in una settimana. Bravo ciccio. Intanto sempre casualmente, passavamo dalle parti del banco alimentare presso la parrocchia vicino la casa di accoglienza e abbiamo preso informazioni per lei;le faremo avere un pacco di alimenti ogni volta che viene perchè è molto debole, mangia poco, è chiaro. Così si provvede a mamma e bimbo.
Abbiamo bisogno ancora di pannolini e latte. Se potete, una mano, grazie.

venerdì 16 settembre 2011

L'Arte di essere Donna: Tu non sei l'eccezione. Tu sei la regola

vi linko questo post di un'amica, che mi è piaciuto proprio.. vorrei farci un cartellone enorme e metterlo nella casa di accoglienza. Così invece di dover fare infusi di riflessioni quotidiane e durature potrei semplicemente dire "ripassa. sta tutto scritto lì."

L'Arte di essere Donna: Tu non sei l'eccezione. Tu sei la regola: Questa notte vi lascio con un passo di Behrendt Greg. Buona lettura amiche di ventura... "...è la regola dice che se un uomo non ti chi...

mercoledì 14 settembre 2011

Vendi tua figlia.

Una telefonata convulsa, non riesco a capire bene neanche il nome. Sono fuori , i rumori della strada non aiutano. Capisco che il numero mio gliel'ha dato una conoscenza comune ma mi sembra non sappia neanche lei cosa vuole da me. Mi dice che viene da un paese dell'est, che ha una bimba di 4 anni, che è ragazza madre e è molto scoraggiata. Le hanno detto di chiamarmi.. Su due piedi non so cosa dirle perchè non capisco bene cosa cerchi; fissiamo un appuntamento per la sera per parlare con comodo. Mi richiama lei, verso le 21.
Quando ormai si avvicina l'ora fissata mi arrivano una sequenza di tre sms in cui mi dice che è scoraggiata che è arrivata a un punto che non sa più cosa fare perchè tutto è inutile. Capisco che il livello di disperazione è ai limiti. Chiedo di darmi un numero fisso, la richiamo io così non le faccio spendere soldi sul cell.
Sono le 21, puntuale telefono, risponde e inizia a parlare di fretta, un misto di angoscia, pianto, rabbia. Mi spiega che la sua famiglia l'ha ripudiata perchè è una vergogna che abbia tenuto la figlia piuttosto che abortirla; il padre della bambina era violento la picchiava, è finita in ospedale, lui in carcere e poi non si sono più incontrati - per fortuna, penso io -. Ascolto ancora. Ha passato sei mesi in una casa di accoglienza nella città in cui si trova, Pescara, dove hanno provato a molestare la bimba. Di centri di accoglienza, ovviamente, non vuol più sentirne parlare. Non riesce a trovare lavoro perchè la città è piccola ha solo un lavoretto a ore ma il grande problema è come collocare la bambina: ha provato a lavorare in un supermercato ma per arrivarci doveva uscire alle 5.30..chi teneva la piccola? Le chiedo di pensare se sia il caso trasferirsi, venire magari a Roma dove io posso aiutarla. Purtroppo a Pescara non conosco nessuno, non so come muovermi e come indirizzarla.
E lì la doccia fredda:
"sai signora, ci sono qui delle persone che mi dicono tutti i giorni che ho 31 anni, posso rifarmi una vita, basta che io lasci loro la bambina, mi danno dei soldi e poi io posso stare tranquilla...ma come faccio, è la mia vita.."
Scoppia a piangere. Sono allucinata: le hanno proposto di vendere la bambina, approfittando della sua povertà. Le chiedo di darmi qualche giorno, una settimana per trovare un contatto vicino Pescara.
Non si può proprio sopportare questa cosa. Ho bisogno di aiuto per aiutarla.

il piccolo lottatore


Suona il telefono, quasi non ci speravo più.

"Hai latte? "

domanda con la voce di chi si vergogna infinitamente di chiedere e non può farne a meno. L'aspetto da due settimane, sapevo che il latte che le avevo dato non sarebbe durato abbastanza e ho il fondato sospetto che non ne abbia chiesto a nessun altro. Poco da inventarsi: vuol dire che il bimbo è di nuovo digiuno.

Vengo domani? - scherzi? che domani, vieni oggi stesso, ci vediamo nel pomeriggio. Devo trovare il modo di chiederle dei dati personali senza spaventarla perchè il grande timore che ho sempre in questi casi è che le persone , sospettose, sentendosi chiedere cose scappino e non tornino; e lei il fare della fuga ce l'ha: basta che mette un piede fuori dalla porta e parte a passo di corsa.

Arriva barcollando, pallida, col bambino legato al collo con un foulard. No, non una fascia, un foulard che le pesa interamente sul collo. Il bellissimo passeggino che le avevamo regalato mi chiedo che fine avrà fatto. Dice che si è rotto.. era nuovo, di ottima fattura, lo ritengo impossibile. Penso piuttosto l'abbia venduto. Avevo ragione: il latte era finito già, ed oggi il bambino ha fatto una poppata 4 ore prima..probabilmente di acqua. "gli do camomilla se c'è, sennò zucchero con acqua"..lo dice lei stessa. Non ha chiamato perchè si vergognava. Le gira la testa deve sedersi. "non ho dormito"

Ma che mi racconti..non hai mangiato..

Facciamo un patto: mi firma un foglio coi suoi dati personali e io mi impegno a farle trovare pannolini e latte tutte le settimane. E' una scusa per pesare regolarmente il bambino, potermi accertare che gli dia da mangiare e cresca.. Accetta, compila il foglio , firma. Non ce la fa a tenere il biberon, strizza gli occhi le gira la testa. Prendo il piccolo, la poppata la continuo io: bisogna che lei mangi. Le faccio portare biscotti e qualcosa da bere: è la prima cosa che abbiamo a disposizione. Le prepariamo anche una busta con pasta, polpa di pomodoro, fagioli, tonno..le diamo un altro passeggino, meno bello sicuramente, ma almeno può spostarsi; prepariamo il latte per questa settimana e i pannolini. I servizi sociali, dice, c'è andata e le hanno promesso che le pagheranno la bolletta del gas...quando arriveranno i soldi, perchè ora non ne hanno.. intanto però il gas minacciano di staccarlo perchè lei pagare la bolletta, ovviamente , non può. Dice di essersi venduta tutto quello che aveva, ma non può pagare più niente, quindi "mangia poco" ..il che mi pare un eufemismo..

La settimana prossima, quando verrà a prendere il latte, le farò "casualmente" trovare a disposizione la nostra pediatra, così visitiamo il bimbo e vediamo che stia bene.

Mentre gli do il biberon, fa delle facce buffissime, ride, strizza gli occhi..due mesi appena fatti, ed è già un piccolo grande lottatore. "quando ero incinta di due mesi ho voluto abortirlo - spiega in un italiano stentato - Ho fatto sforzi, ho corso finchè non ho avuto il sangue. Ma lui non è andato via tutto.." eh no, penso io, lui voleva restare.. scambio un'occhiata con l'altra volontaria.. è necessario un surplus di impegno..

Il piccolo ce la sta mettendo tutta, noi anche. Tu che leggi non stare a guardare, aiutaci.

puoi sostenerci con i dati che trovi qui:

http://www.il-dono.org/sostienici.html


giovedì 8 settembre 2011

regalo di compleanno.

niente da fare: ti prepari quanto vuoi, ma il parto quando arriva, sei sempre colto di sorpresa. Un'ora fuori dal corridoio ad aspettare che ci facessero vedere mamma e bimbo e quel sottofondo del monitoraggio attaccato, quel cuoricino che galoppa impazzito dichiarando festante "ci sono anche io!" è l'unico rumore di tutto il reparto. La mamma è ancora in sala parto perchè a noi le cose semplici proprio non ci piacciono e che volete, almeno qualche incasinamento tocca mettercelo sennò che gusto c'è.. e il piccolino potremo vederlo domani, che stasera è tardi non ci fanno dare neanche una sbirciatina...ma quel ranocchietto sgambettante che si intravedeva da dietro la tenda del nido ci ha già commossi tutti e non vediamo l'ora di conoscerlo. Stanno bene, tra un paio di giorni li riportiamo a casa e comincia una nuova avventura, tutta da costruire. E' davvero un onore essere parte di questo evento spettacolare che è la nascita. Un bel regalo di compleanno. Benvenuto piccolino.