lunedì 24 ottobre 2011

Accade a volte


Accade che ti sei fatto un mazzo in colloqui senza fine e poi proprio quando stavi vedendo la luce e iniziavi a rilassarti (mai rilassarsi, fa male alla salute perchè poi quando scatti di nuovo in piedi ti becchi una sonora contrattura muscolare eh!) quando iniziavi a rilassarti arriva la diagnosi bastarda, che parla di un bimbo imperfetto e fuori schema e in un batter d'occhio anzi nel tempo di accendere e spegnere un monitor ti perdi madre e figlio.. Zac. via. Con un colpo solo di gel sulla pancia perdi due vite.
Accade che ti domandi si vabè ma che porca la paletta, non si potrebbe fare una cosa per volta? e poi un giorno ti alzi e improvvisamente ti sembra pure di capirci qualcosa, ti sembra che sia chiaro..che i perchè ci siano e le risposte alle domande anche e che sia vero che il mistero non è un quiz senza soluzione ma qualcosa che si dischiude agli occhi di chi lo vive.
Accade che tutti questi eventi e l'abbattimento che ne è conseguito (ebbene sì io mi butto nelle relazioni con tutto il cuore, per me non è mestiere è proprio vita e coinvolge la mia, di vita) ha dato l'occasione per parlare di questo con le mamme del centro e Dio sa cosa ci faranno con tutto quello che gli ho detto in questi giorni ma beh, l'ho detto e nessuno si prenderà la briga di spendere queste parole di nuovo..forse gli torneranno utili..
Accade che intanto qualcun altro si approfitta della distribuzione dei vestitini come se noi avessimo beni al sole e che cerca di lucrarci ma anche che per ogni cretino che si incontra ci siano almeno 10 persone di buon cuore che aprono gli armadi e i cassetti e che in questi mesi ci stanno aiutando (ben oltre le mie aspettative!) a provvedere al latte ai pannolini e ai vestitini di più di 10 mamme.
Accade che continuo ad essere stupita di tutto questo e onorata, e impaurita, e stanca, e desiderosa di fare di più, ma anche di prendermi una seria vacanza.. Accade che siamo complicati, io non faccio certo eccezione, ma che insieme ce la stiamo facendo.
"riempi le tue mani di altre mani e stringile forte: ci salveremo insieme o non ci salveremo" (Dostoevskij)

martedì 11 ottobre 2011

se non ci foste voi


Neanche il Banco Alimentare ce la fa. Mi sembra evidente perchè sono due settimane che aspettiamo di poter dare un pacco con la pasta lo zucchero il caffè ecc. a una mamma che sta davvero senza niente, e sono due settimane che ci dicono - dalla parrocchia che ce lo fa avere - che non gli consegnano niente, e , mortificati, non hanno niente da darci. Giusto oggi che ho mandato un sos per una mamma di Perugia che cerca vestitini per la sua bimba di 12 mesi, mi chiedevano "hei ma le associazioni del posto!? possibile nessuno abbia niente!?" eh si, è possibile: le richieste sono tante e chi primo arriva meglio alloggia, purtroppo è così. E funziona evidentemente anche per il banco alimentare: daltronde non è un pozzo senza fondo. Qualche giorno fa ero ai servizi sociali e la responsabile del servizio mi prendeva in giro con una collega, ridendo di me "sai , questi qui fanno tutto quello che gli chiedi! gli dici latte? trovano il latte. Gli dici vestitini? trovano vestitini. Gli dici pannolini! tutto eh! " perchè rideva? non l'ho ancora capito. Avrebbe potuto essere contenta visto che loro non ce la fanno, invece di deriderci, no? Se non hanno ancora capito che mobilitare la gente è l'unico sistema per andare avanti perchè se stai ad aspettare che qualche istituzione ce la faccia, puoi anche invecchiartici..
Così oggi veniva, al solito, la mamma col piccoletto. Pannolini e latte, contati giusti per la settimana. Poichè la volta scorsa non avevo potuto darle niente da mangiare questa volta ero certa che sarebbe venuta con lo zaino perchè la fame è fame. E lei ha fame.
Non puoi aprire la porta e dire mi spiace loro hanno finito il cibo, questa settimana sei ancora a dieta..Così metti mano alla dispensa tua e tiri fuori la pasta l'olio il pomodoro e quel che serve. Lo zaino è riempito e lei, contenta, che non sa da dove viene il suo cibo, va a casa e può mangiare. Però certo è triste la situazione. E meno male che ci siete tutti voi.
Se volete darci una mano potete spedire latte in polvere, pannolini o cibo inscatolato (o pane pasta riso) a
il dono onlus via val trompia 136 00141 Roma
oppure sostenerci con una donazione permettendoci di comprare quello di cui abbiamo bisogno e i dati li trovate qui

giovedì 6 ottobre 2011

che stress riuscire a nascere


...eppure ci ha pensato. L'amica nella sua schiettezza e con quel pò di rabbia-spacca-mondo che caratterizza quell'età è stata chiara: per paura di tua madre uccidi tuo figlio? E lei c'ha pensato, sembra. E sono un paio di giorni che sta valutando l'idea di tenere il bambino, magari facendosi aiutare a dirlo ai suoi. Io sono sempre disponibile, vedremo che accadrà.
Cosa avrà fatto scattare la molla? Davvero le parole dell'amica? La sicurezza non ce l'ho, magari se avrò modo di parlarci potrò anche saperlo, sta di fatto che qualcosa è successo. Sono contenta per lei. Non sarebbe la prima e non sarà l'ultima 15enne a partorire. Se solo ci rendessimo conto quanti più tabu ci sono oggi rispetto ai tempi dei nostri nonni, quando un'altro pò e 15enni ci si sposavano.. Allora aspetto che mi chiami e chissà. Chissà cosa se questo bimbo nella pancia sente cosa sta succedendo , chissà cosa penserebbe rendendosi conto che per la prima volta nella sua piccola vita intrauterina si stanno affacciando per lui delle possibilità di continuare ad esserci. Sai che stress! e ancora non è nato...
Vedermo.

lunedì 3 ottobre 2011

quanta premura.


Non gliene importa niente di ascoltare la compagna di classe. Ha 15 anni è incinta per la seconda volta e anche stavolta andrà ad abortire.La paura di dirlo a mamma e chissà come reagisce è troppo grande. E poi ha un fidanzato abbastanza più grande di lei e così premuroso: si è informato presso una struttura dove pagherà 400€ per l'intervento. Inutile che l'amica abbia cercato di parlarle di proporle di aiutarla a comunicarlo ai suoi,di darle il mio numero (che sempre coi suoi avrei avuto bisogno di parlare); inutile che le abbia cercato di spiegare cosa ha nella pancia. Niente: la settimana scorsa la mamma l'ha già messa in punizione per una stupidata qualunque, figurati cosa farebbe per una gravidanza.
Eh già. Così la ragazzina ha iniziato già da un pezzo la sua lunga carriera di menzogne per coprire le proprie responsabilità da non prendere. E la madre (il padre non è pervenuto, magari semplicemente è che non l'ha mai citato) non se ne accorgerà mai che la figlia ha "qualcosa che non va". Sembra quasi come i genitori dei tossici che proprio non possono credere che quelle pupille dilatate del loro bambino non siano per il tanto sole preso..
Quando poi a fare le veci del genitore un pò disattento c'è un ragazzo così premuroso, cosa vuoi fare? L'ospedale pubblico non sia mai ci incontri qualcuno che conosce mammà! meglio la clinica privata. A chi importa poi che questo si chiami aborto clandestino! Ed a chi importa se da qui in poi la ragazzina prenderà sè stessa sempre meno sul serio continuando a giocare con la propria vita; poco importa se dovesse piano piano perdere la stima di sè senza più ricordare neanche da cosa si è originato il disagio che porterà dentro. L'importante è che chi sta intorno abbia continuato a preservarsi: i genitori saranno tranquilli che la figlia "gran problemi non li ha dati" il ragazzo non dovrà rendere conto a nessuno e potrà continuare a giocare con la sua bambolina in carne ed ossa..
L'amica piange di rabbia perchè quella non vuole sentire parlare mentre lei continua a dire che se sei grande per andare a letto devi esserlo pure per prenderti le conseguenze. Ma non tutti sono educati a ragionare in questo modo anzi, la politica della deresponsabilizzazione ha funzionato alla grande. Forse una delle poche cose che si ha avuto davvero premura in inculcare alla nuova generazione.