squilla il telefono, è la sua amica. Lei si vergogna a chiamarmi ed in fondo il contatto non l'ha ancora stabilito con me se non per via interposta. Mi chiede se ho tempo per lei, certo, ho sempre tempo, anche se non sembra. Sviluppi l'insana capacità di spingere un passeggino-cucinare-stirare-fare i compiti-e parlare efficacemente con le persone al telefono, nei miei panni. Se ci fosse una domanda più banale di come va' sarebbe sicuramente "che facciamo". e infatti la prima domanda che le faccio è questa.. allora? che facciamo? sorride nervosamente dall'altra parte, con un "eeeh.." che è un incrocio tra un sospiro e la richiesta di una risposta. La domanda diviene seria a questo punto, è quella che nessuno gli vuole fare per timore che la risposta sappia di panico: tu cosa vuoi fare? "vorrei tenerlo..però..."
Chi dice che l'aborto è una scelta libera dovrebbe pensare bene al significato di libertà. Toglietemi tutti i condizionamenti , mettetemi nella possibilità fisica di portare avanti la gravidanza, lobotomizzate gli uomini verbalmente e fisicamente violenti, cassate brutalmente i genitori e il parentado colpevolizzante e avremo la donna libera di scegliere. Ogni donna che mi dice "però" è coercita, è spinta, obbligata con violenza subdola che oggi si chiama mobbing se sei sul posto di lavoro, stalking se vuoi fare il colto e bastardagine se vogliamo tagliare corto. Mi racconta le sue paure, i suoi però, mi parla di chi gli dice "non puoi farmi questo"e di chi gli parla dei sogni che perderebbe. Non ho molto da dirle, non ci sono dietro grandi messaggi se non "fai quello di cui sei fiera, quello che quando vai a letto la sera e spegni la luce sei sicura che non ti rincorre come un incubo lascia stare gli altri, stanno ognuno a casa sua, nel loro letto, se tu che sei nel tuo". Le dico che la cosa più importante da fare è quella di cui non dovrà mai vergognarsi.. e lei subito risponde "ah io non mi vergogno mica, con tutti i piercing che ho.." ma io ho detto vergognarsi, non farsi notare. Sto parlando di te e te stesso non di te e gli altri. Tace. Ha afferrato. Ci salutiamo mi farà sapere, ci pensa.
E deve averci pensato intensamente perchè dopo mezz'ora mi chiama e mi chiede se possiamo vederci, anche subito. Quando ci vediamo, che non è subito, mi ringrazia e mi dice che ha preso la sua decisione, che le ho aperto gli occhi, che vuole il bambino. Parliamo ancora delle paure e di come dirlo ai suoi, avendo coraggio di chiedere aiuto. Di come affrontare un lui che non ne vuole sapere..e di come "non" affrontarlo affatto che forse è la cosa migliore.Parliamo del fatto che se tutti sbatteranno le porte in faccia mi occuperò io di lei ancora di più. E parliamo di questo bimbo, che vorrebbe fosse una bimba, per cui ha già pensato tante cose, e per il quale mi dice che vale la pena mettere la testa a posto, finalmente.
Oggi ha fatto l'eco con la nostra ostetrica. E' tutto a posto, sta bene il sorcetto e sta bene pure lei. E pure la mamma, un pò stordita che l'ha saputo solo ieri sera e oggi è andata a vedere il nipote.
Eh si, era proprio ora di vederlo.
4 commenti:
Posso rubartelo? con rimando qui, ça va sans dire!
sempre benvenuto
che bel post... se non ti spiace, sto un po' qui :D
sei la benvenuta :)
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