martedì 17 maggio 2011

dei colloqui e delle notti lunghe..


"allora adesso dobbiamo lavorare su di me!!nooooo!!" ride mentre lo dice, con le mani tra i capelli mimando un gesto disperato. E' tardi, sono stanca morta e voglio soltanto tornare a casa levarmi questo cavolo di jeans e ficcarmi a letto spedita.."no, -sorrido - adesso vado.." ma lei è rimasta alzata apposta, voleva parlare. Ha escogitato questo metodo: se arrivo un pò in anticipo sui colloqui serali mi aspetta al varco e subito mi segue, si siede alla scrivania con me, mentre preparo quel che mi serve per il colloquio o aggiorno le schede, e iniziamo a parlare di qualcosa. Una volta parliamo di lei..una volta dei suoi genitori, un'altra di lui e delle aspettative che aveva..e poi del parto che si avvicina, della sua paura, del fatto che non vuole andare da sola in sala parto e "speriamo che sei tornata quando nasce!" Stasera ha più voglia di parlare: il parto è vicino e lei lo sente come una meta cui arrivare preparata..per affrontare il dopo col bambino. E' bello questo, è importante. Mi aspetta sveglia per continuare dove avevamo interrotto. "io mi sto impegnando, voglio cambiare le cose" mi dice seria. Parliamo ancora. E' attenta, ascolta, fa suo. So che ci riflette sempre e a lungo. E piange mentre mi racconta cose che non sa neanche sua madre, che non sapeva il suo amante. Mi intenerisce la disponibilità a mettersi in gioco, la voglia di capire, di darsi risposte e la capacità, il coraggio di chiedere e credere nel mio aiuto. Mio e degli altri con me. E la fiducia, insieme all'autorità che mi viene attribuita per prendere in mano la sua vita con più trasparenza che con persone a lei ben più care. Penso che sia una cosa bella, un'occasione importante che sta cercando di cogliere.
Anche stasera finisco tardissimo e penso che dobbiamo lavorare su di me, altro che.. e sul mio bisogno di andare a dormire prima delle 2... sarà un lavoro lungo...

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