venerdì 9 dicembre 2011

niente da ridere


stavolta c'è poco da ridere e glielo dico in faccia, mentre in un italiano che serve comunque l'interprete mi dice che, di nuovo, al bambino quel latte non piace e che non gliel'ha dato. Lo peso. Da sempre è un bambino talmente buono che posso dire senza timore di sbagliare di non averlo mai sentito piangere. Non frigna, non lagna, non fa neanche "uee". Che cavolo si ride lo sa solo lei: ha perso tre etti. Non c'è proprio niente da ridere. E siccome non lo capisce ma io non posso stare a guardare, mi trovo a fare la stessa cosa che ha già fatto "salvamamme": mi restano solo i servizi sociali, nella speranza che intervengano o che almeno lei, spaventata, cambi atteggiamento. Spero nella seconda che nella prima, ho avuto recente conferma, la speranza è vana. "non c'è da ridere, il bambino perde peso. Riportamelo venerdì se non ha mangiato devo chiamare il servizio sociale". Mi guarda e si fa seria. Deve essere proprio vero che quando non sorrido faccio paura,evidentemente trasmetto senza ombra di dubbio che non ho intenzione di giocare. Si fa scura in viso, adesso non ride più. La guardavo mentre tenta di allattare il bambino: lo tiene semi seduto e quasi volto in avanti piuttosto che verso di lei..come fa a mangiare così? già non ha una gran fame ma in questo modo è davvero improbabile. Cerchiamo di insegnarle una posizione corretta per dargli questo benedetto biberon ma certo se lei non ha pazienza di imboccarlo spesso è dura: non si può lasciare un bambino di 5 mesi con 30-50 grammi di latte al giorno integrato con camomilla superzuccherata. proprio non si può. La minaccia però ha colto nel segno, sembra. Ha decisamente paura. Dentro di me spero che non ne abbia troppa, che non rinunci a venire pur di non essere controllata..Attualmente rappresentiamo l'unica speranza di nutrizione per lei e per il piccoletto. La pediatra le ha detto che non può cambiare tipo di latte così spesso.. brava lei. Da dietro la scrivania non si rende conto che il bambino vive in una situazione di estrema povertà (e la donna si è guardata bene dal dirgli qualunque cosa, piuttosto mente!) e che la madre non potrebbe proprio darglielo il latte. Quanto si è tutti bravi a parlare..
Adesso le scende qualche lacrima, trattiene il pianto è evidente. Dice che sta cercando una sistemazione per il bambino. Scambiamo uno sguardo con P. e subito l'idea che non stia parlando dell'asilo nido ...chissà perchè..passa nella mente di tutte e due. Facciamo domande,ma lei risponde solo che cerca qualcuno che lo tiene per poter andare a lavorare, che al nido non lo può mandare.. La paura mia è sempre che la povertà estrema spinga a gesti estremi. Un assurdo da pensare, quando basterebbe spenderci un pò più di tempo per dargli da mangiare e , ne sono sicura, G. mangerebbe tutto.
Però sua scienza , la pediatra, l'ha autorizzata allo svezzamento. Procediamo quindi con le pappe e la frutta..oggi non ha potuto dargliela perchè non ha niente, neanche due carote per improvvisare qualcosa che somigli a un brodo-con-vegetali (che dal brodo vegetale distiamo anni luce..) Noi invece grazie all'aiuto di tutti voi lettori, da dargli abbiamo. Prendo un vasetto di mela: 100 grammi. Sono disposta a perderci anche un'ora ma lei deve vedere che è solo questione del suo impegno. E G. mangia tutto, è pure bravissimo visto che non ha mai preso cucchiaino fino ad ora. Gli piace, mangia tutto con un pò di pazienza. "vedi? - gli dico- adesso dovrai farlo tu" Gli lascio imboccare gli ultimi cucchiaini. Sembra preoccupata che non si sbrodoli più che del fatto che mangi.. Le diciamo di venire dopo un paio di giorni per insegnarle come fare le pappe. Le diamo tutto quello di cui ha bisogno per nutrire il figlio e se stessa. E speriamo che martedì vada tutto liscio.
Intanto non smettete di aiutarci: noi abbiamo bisogno di voi per far fronte a queste situazioni.


se volete inviare prodotti per l'infanzia per aiutarci potete mandare tutto a IL DONO Onlus, via val trompia 136 00141 Roma.
Grazie in anticipo.

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