Luisa scrive
Abortire è stata la scelta peggiore che potessi fare ... eppure ero convinta, allora, che fosse quella più giusta.
Sono stata miope e non gettato lo sguardo oltre quelle prime settimane di disperazione, sono stata sorda e non ho ascoltato chi mi consigliava di non farlo e, soprattutto, sono stata egoista a non anteporre la vita di quel figlio alla mia immaturità nell'affrontare le difficoltà oggettive che pure avrei incontrato.
Ed ora che ho riacquistato i sensi perduti, vedo tutto nitidamente e mi fa orrore "quello che ho fatto" ... riporto non a caso questa espressione perchè la usa sempre una mia amica con me quando parliamo di questa cosa ... "se hai fatto quello che hai fatto" ... lei non riesce neanche a dire quel verbo "abortire". Come darle torto? io stessa, quando cercavo informazioni sull'aborto, parlavo di IVG quasi a voler levare un po' di "sporcizia" a quel gesto, l'interruzione volontaria di gravidanza è uin termine più asettico, più medico quasi. Ma che illusione, con le parole inganniamo priima di tutto noi stesse ...
L'altro giorno il mio medico mi ha detto una frase che mi si è scolpita nel cuore: "tu tornerai a stare bene ma non tornerai mai più quella di prima" ... abortendo mio figlio ho distrutto per sempre una parte di me e non c'è niente, e sottolineo niente, che possa cambiare questo stato di fatto.
Questa è la mia "testimonianza", raccontata, con dolore, con l'intento di svegliare le donne dall'illusione di voler governare la propria vita a qualunque costo. Beh sappiate che per fare questo c'è un prezzo altissimo da pagare...
lunedì 21 maggio 2012
se lo vuoi soffri se non lo vuoi non soffri. perchè si #marciaperlavita parte9
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