mercoledì 27 giugno 2012

tutta la fatica

pomeriggio frenetico. Sono in tre e ne aspetto un'altra per la serata. La pancia comincia a scalpitare: il nano ospite non è molto d'accordo sul fare le ore piccole tutti i giorni e lo capisco..in realtà non sarei d'accordo manco io. Giusto ieri eravamo in dh e mi faceva meraviglia che tante donne presenti lì si sentissero in dovere di raccontarmi i fatti loro e soprattutto che i fatti loro trattassero di aborto. Avrebbero potuto parlarmi della famiglia, del marito, del lavoro - se proprio sentivano questa necessità di parlarmi , che io pure in silenzioso silenzio me la cavo he - e invece sentono la necessità di parlarmi di aborto..così, gratis, senza sapere niente di quello che faccio nella vita.. Dicevo raccontando questo al telefono a un'amica, che in fondo mi sembra di non staccare mai dall'occuparmi dei figli degli altri manco quando mi devo occupare del mio..e sì che del mio in effetti mi occupo sempre..quindi è vero, in realtà non stacco mai.. Oggi poi era il solito caring day: il giorno in cui distribuiamo generi di prima necessità e ci prendiamo un pò cura dei vari nanetti che vengono a trovarci. Arrivano scaglionate le mamme, e trovo subito il modo di mettere a lavoro la neo-arruolata ostetrica. Veramente potrei metterla anche a "più lavoro" ma quando mi rendo conto che le sto per affibbiare la seconda mamma in meno di 30 minuti, mi fermo, ci penso, e ritengo di poter soprassedere: per oggi gliene mando solo una.
Quando arriva lo scricciolo con la madre, sto facendo un altro colloquio. Mi colpisce molto questa donna che ha un  bisogno di sentirsi protetta direttamente proporzionale ai km che la separano da casa, dove ha lasciato due bimbi piccoli: viene dal sud america..i km sono tanti davvero. E' al terzo figlio, provo a sondare il terreno della paura del parto , e lei risponde che la cosa che le fa paura è che è sola. Azzardo: "vorresti che venissimo con te?" le brilla lo sguardo sorride: "si!". Non mi verrebbe in mente manco lontanamente di chiedere a un estraneo di venire con me in sala parto e invece lei che ci ha viste solo tre volte con oggi, in sala parto ci vuole. Ci andremo se ci sarà possibile o almeno saremo con lei in ospedale se non ci faranno entrare. Certo , le promettiamo, non la lasceremo sola.
Lei esce, saluta, ci vediamo la prossima settimana con altre informazioni che ci servono ed entra la mamma dello scricciolo. Compie un anno la prossima settimana. Sono tre mesi che il peso è fermo a 7 kg e non accenna a sbloccarsi eppure se la ride bellamente. E' un titano nel suo peso infinitesimale, perfettamente sproporzionato col resto del corpo, un gran capoccione che la mamma ha provveduto, causa caldo bestiale, a rasare a zero tipo bonzo. Eccolo lì un bonzetto minimissimo che ride e fa le facce, che senza la pesata settimanale e le pappe ,e il pacchi alimentari che abbiamo dato alla mamma insieme supporto fatto di tante cose da quando era nella pancia che lei ha tentato di non farlo nascere in ogni  modo, senza tutto questo, oggi non starebbe là seduto, simpaticissimo, incasinatissimo e vivo.
Bene..mi dico.. probabilmente ricovereranno me e le altre due, tutte al policlinico a partorire nello stesso periodo. Sai che risate? ragazze madri e gestrice della casa di accoglienza dove prendono i sostegni..tutte in stanza insieme che bel gruppetto..azz...non vedo l'ora...
però poi penso che arriavano un pupo e una pupa, ancora senza nome perchè le relative mamme sono così stordite che non gliel'hanno fatta a trovarne uno adatto..ci stiamo lavorando eh, per il parto ce l'avranno. Chissà che soggetti sono, se somigliano a questo qui supermicrobo buffissimo..
Quando torno a casa dopo il colloquio serale, sono stanca morta, mi fa male tutto e voglio solo stendermi. Ma riguardavo questa foto, e porca miseria, penso che vale proprio la pena tutta la fatica.

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